Fisioterapia Domiciliare a Roma
Terapia immobilizzazione

Sindrome da Immobilizzazione 1

Quando si parla di “Sindrome da Immobilizzazione” si intende un complesso insieme di sintomi che insorgono in una persona anziana quando è costretta a letto per un periodo di tempo piuttosto lungo.

COSA SUCCEDE

Quando un anziano, in seguito ad una frattura (è un classico la frattura del femore), ad una influenza o un altro avvenimento debilitante anche di entità assai minore, è costretto a letto per un periodo prolungato può andare incontro ad un vero e proprio collasso dei vari apparati . In questo caso si parla di  ” Sindrome da Immobilizzazione” , e quest’ultima nei casi più gravi può condurlo al decesso  nel giro di pochissimo tempo.

PERCHE’ ACCADE

  • il ristagno di muco nei polmoni predispone a  infezioni: bronchite, polmonite ecc;
  • la pelle può andare incontro a piaghe da decubito nei punti di maggior compressione;
  • a causa della posizione distesa e dell’immobilità l’apparato urinario e l’intestino possono avere difficoltà a svuotarsi con conseguenti infezioni alla vescica e ai reni, stipsi e formazione di fecalomi;
  • la capacità di deambulare viene persa in pochi giorni;
  • alterazioni al senso dell’equilibrio,  vertigini;
  • l’apparato osseo subisce  demineralizzazione;
  • l’apparato muscolare va incontro a ipotrofia, indebolimento, retrazioni, dolore;
  • calo dell’appetito con conseguente denutrizione e disidratazione;
  • alterazione del ritmo del sonno con frequenti riposini e insonnia notturna;
  • importanti conseguenze sull’apparato cardiovascolare, in particolare stasi venosa che favorisce la formazione di trombi;
  • soprattutto, ciò che più stupisce i familiari, un importante e veloce decadimento delle funzioni cognitive accompagnato da disorientamento, confusione mentale e turbe psichiche che formano un quadro di demenza senile difficile da recuperare.

 

La migliore strategia  è la  prevenzione:

  • limitare la permanenza a letto;
  • prevenire i decubiti;
  • cambiare la posizione del paziente con frequenza;
  • stimolare dal punto di vista intellettivo;
  • rendere partecipe;
  • adattare l’ambiente di casa alle capacità dell’anziano;
  • mobilizzare quotidianamente;

La presenza e i consigli di un fisioterapista esperto sarà essenziale: attraverso visite e terapie settimanali e l’istruzione dei familiari o delle persone addette all’assistenza potrà essere attuato un attento programma teso a mantenere le capacità residue, incrementarle e a recuperare quelle perse non appena superato l’evento patologico.

Il fisioterapista valuterà:

  • la mobilità, la forza e il tono muscolare, la coordinazione dei movimenti, l’andatura, la flessibilità articolare;
  • il dolore durante il movimento;
  • il rischio di cadute, la tolleranza all’attività;
  • la motivazione o la riluttanza al movimento;
  • le alterazioni o lesioni dei piedi e condizioni circolatorie;
  • le restrizioni motorie ( da immobilità);
  • la capacità di usare ausili e di svolgimento delle attività quotidiane;
  • lo stato psichico e il tono dell’umore;
  • il tipo di assistenza necessaria: consigliare ed insegnare ad usare gli ausili, aiutare o stimolare a compiere attività.

Attraverso terapie sperimentate ma adattate al singolo caso, lavorerà in equipe con la famiglia per far “ripartire” il paziente il più velocemente possibile.

 

Terapia fisioterapica

 

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“Linfodrenaggio e pazienti oncologici”.

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