Fisioterapia Domiciliare a Roma
Curcuma Artrosi

Artrosi: la curcuma funziona per attenuare il dolore? 1

Da qualche anno anche nei paesi occidentali alcune spezie usate per scopi medicamentosi sono diventate di uso comune.

L’esempio più evidente è la curcuma che da polvere gialla usata per colorare il curry è diventata l’ingrediente nobile di molti alimenti, dal pane alla curcuma a bibite alla curcuma.

Funziona davvero?

Le proprietà della curcuma decantate dalla medicina tradizionale cinese come antinfiammatorio e antidolorifico, soprattutto per la cura dell’artrosi sono autentiche?

 

La ricerca

 

Hanno provato a fornire una risposta un gruppo di ricercatori australiani.

La ricerca ha analizzato i risultati ottenuti da 70 pazienti di età fra i 60 e i 65 anni affetti da artrosi del ginocchio con dolore e versamento articolare.

Una parte di essi ha ricevuto un estratto di curcuma (curcuma longa) nella quantità di 1000mg al giorno per circa 3 mesi, agli altri partecipanti è stato somministrato un placebo per lo stesso periodo.

 

I risultati

 

I risultati sono stati ottenuti attraverso una scala soggettiva di valutazione del dolore e una risonanza magnetica.

I pazienti cui è stata somministrata la curcuma hanno riferito un miglioramento medio dei sintomi dolorosi e della funzionalità del ginocchio pari a circa il 10% rispetto al gruppo di controllo, mentre non sono stati osservati effetti collaterali.

La Risonanza magnetica, invece, non ha evidenziato differenze per ciò che riguarda il volume del versamento articolare.

 

Conclusione

 

Quello che lo studio ha evidenziato è che effettivamente la curcuma ha un effetto antidolorifico e antinfiammatorio nel breve periodo.

Il miglioramento che è stato riferito dai pazienti è di lieve entità, ma statisticamente è un valore importante che apre le porte a ricerche più approfondite, su campioni maggiormente significativi e su somministrazioni a dosaggi diversi e per un  periodi più lunghi.

Certamente la possibilità di avere alternative, innocue soprattutto, per la terapia e il contenimento del dolore cronico nell’artrosi è una bella notizia.

Bisognerà attendere il completamento di ulteriori ricerche per  un protocollo di cura attraverso la curcuma.Curcuma

 

Artrosi : Il Parere del Fisioterapista 1

Cos’è?

L ‘artrosi è una malattia che colpisce la cartilagine delle articolazioni e l’osso immediatamente sottostante.

È una patologia degenerativa, cioè con il tempo tende a peggiorare: inizialmente la cartilagine presenta delle incrinature che interrompono la continuità della superficie liscia articolare, nelle fasi più avanzate la cartilagine risulta consumata e l’osso esposto.

Quali sono le articolazioni più colpite dall’artrosi?

Le vertebre lombari , vertebre cervicali, anca, ginocchio, le articolazioni delle dita come ad esempio i noduli di Heberden e noduli di Bouchard.

Che sintomi manifesta l’ artrosi?

I sintomi dell’ artrosi sono: dolore, soprattutto al mattino, rigidità, “scrosci” articolari (una sensazione ed un rumore descritto come uno scricchiolio) può essere presente gonfiore, difficoltà di movimento, debolezza.

I sintomi migliorano nel periodo estivo quando il clima è più caldo e asciutto ma tendono a peggiorare nel periodo invernale quando è freddo e umido .

Quali sono le cause?

Possono essere molteplici, le analizzeremo classificandole:

  • Parliamo di artrosi primaria quando dipende da una alterazione intrinseca della cartilagine(cioè per familiarità o caratteristica genetica) risulta più fragile e meno resistente ai traumi.
  • Parliamo di artrosi secondaria quando dipende da un evento o da una malattia:

Esempi:

  • Traumi  che hanno lesionato la cartilagine ed esposto l’osso all’usura: pratica di sport traumatici o che prevedano salti o cadute, per attività lavorative ecc.
  • Sovrappeso che negli anni provoca schiacciamento, perdita di elasticità e fratture nella cartilagine.
  • Conseguenze di malattie come la gotta o l’artrite reumatoide.

 

Come viene effettuata la diagnosi?

 

La diagnosi viene effettuata tramite visita specialistica ed eventualmente attraverso l’utilizzo di Radiografie che potranno mettere in evidenza la diminuzione dello spazio articolare, la formazione di osteofiti e la presenza di rigonfiamenti ossei.

 

Che incidenza ha l’artrosi?

 

Ne è colpita la quasi totalità della popolazione anziana (sopra i 70 anni), ma se ne cominciano a vedere i primi segni già sopra i 30 anni, soprattutto a carico delle vertebre lombari.

Parliamo di vertebre lombari perché è la parte del corpo che risulta più colpita a causa di traumi, usura e atteggiamenti posturali.

 

Cosa è il trattamento conservativo?

Il parere del fisioterapista

E’ l’insieme di diverse strategie:

  • fisioterapia per recuperare: mobilità delle articolazioni, migliorare la massa muscolare, combattere la rigidità e migliorare la postura.
  • Laser terapia, magneto terapia.
  • Integratori per aiutare la cartilagine e l’osso.
  • Antidolorifici in caso di dolore (prescritti dal medico).
  • Infiltrazioni di cortisone o acido ialuronico effettuati da uno specialista.

Questi approcci hanno lo scopo migliorare i sintomi dell’artrosi.

È vero che dall’artrosi non si guarisce ma è altrettanto vero che ci si può convivere senza dolore e  mantenendo una buona qualità della vita.

 

Artrosi zona lombare

 

(Ringraziamo la nostra paziente per la foto).

 

ARTROSI

 

 

Parliamo di artrosi quando  siamo in presenza di una patologia  articolare evolutiva,  che prende avvio  dalla cartilagine per poi coinvolgere  altri componenti dell’articolazione; l’insorgenza media è intorno ai 40 anni nell’uomo e dopo i 55 nella donna.

L’artrosi trova essenzialmente la sua localizzazione  soprattutto nella articolazioni di carico, e trovano come bersaglio iniziale principale le mani, ma possono svilupparsi anche nella articolazione  coxofemorale (dell’anca), nella rachide cervicale e lombare, oltre che nel gomito, nella caviglia e nel ginocchio.

Principalmente questa patologia si suddivide in primitiva e secondaria; l’a.primitiva  grava su articolazioni normali,  senza che vengano riscontrate particolari cause meccaniche o biologiche tali da giustificare il processo degenerativo; l’a.secondaria è invece legata a patologie responsabili dell’alterazione  meccanica o biologica dell’articolazione particolarmente incidenti  sulla cartilagine; tra queste ultime sono annoverate  le deformità assiali degli arti, sia congenite che acquisite in conseguenza di fratture o alterazioni vascolari epifisarie, le malattie congenite o dell’accrescimento, le malattie infiammatorie e infettive dell’articolazione, alcune malattie endocrine, come anche le neuropatie periferiche e le instabilità a carattere post traumatico; una menzione a parte merita inoltre l’obesità, non di rado responsabile  dello sviluppo e/o aggravamento dell’artrosi sia primaria che secondaria.

Sintomi ricorrenti: 

  • Dolore
  • Idrartro (versamento sieroso)
  • Rigidità articolare
  • Osteofiti
  • Eventuale deformità articolari (se aggravatasi nel tempo) 

 

 

Il trattamento è vario a seconda della gravità della malattia:

terapia farmacologica:

Prevede l’uso degli anti infiammatori non steroidei (FANS), anche se il loro effetto è  temporaneo e l’uso deve essere limitato alle fasi di riacutizzazione della malattia, in associazione eventualmente con idonei gastroprotettori ;  controverso è il ricorso all’acido ialuronico anche se è dimostrato agire sulla sintomatologia dolorosa;  le infiltrazioni cortisoniche risultano essere più efficaci, anche se da somministrare a cicli di due/tre per non causare ulteriori danni cartilaginei.

 

Terapia fisica e riabilitazione:

Indicata in questi casi è la cinesiterapia sia attiva che passiva , essenzialmente per limitare  l’ipotrofia muscolare  ed eventuali contratture dolorose capaci di fissare le articolazioni in posizioni non funzionali; se parliamo del rachide è opportuno  mobilizzare le articolazioni oggetto della patologia e implementare il trofismo dei muscoli paravertebrali e addominali, lavorando al contempo sulla postura.

 

Trattamento chirurgico:

In caso di aggravamento della malattia è possibile il ricorso ad interventi  mirati (artroplastiche, innesti osteocondrali, Osteotomie etc) da valutare caso per caso, a seconda delle caratteristiche della patologia e della sua localizzazione.

 

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