Fisioterapia Domiciliare a Roma

Nervo accavallato, termine impreciso?

E’ un termine gergale che indica la sensazione di dolore di tipo muscolare, può trattarsi di una contrazione o pressione sul nervo da parte dei muscoli.

Andiamo più nello specifico . . .

I nervi in realtà non possono accavallarsi, per questo lo abbiamo definito un termine gergale. I nervi però possono essere coinvolti in altre dinamiche: come le infiammazioni delle fasce muscolari.

Da cosa è causato?

Le cause possono essere molteplici. Può essere uno dei sintomi di una tendinite oppure può essere dovuto ad uno stile di vita troppo sedentario( mantenere la stessa posizione per troppo tempo).

Quali sono le zone più colpite?

La zona cervicale, lombare, del polpaccio, del piede . . .

Quali sono i sintomi?

Crampi, intorpidimento, formicolio, bruciore, sensazione di dolore nella zona in questione.

Come intervenire?

Consigliamo dei cicli di terapie fisioterapiche, volte a diminuire i fastidi e a prevenire future problematiche.

 

Fisioterapia Ipercifosi

L’ ipercifosi: il parere del Fisioterapista 1

Che cos’è la cifosi?

In realtà bisognerebbe parlare di ipercifosi perchè la cifosi è una curva naturale della schiena.

Quindi l’ ipercifosi è una curvatura, accentuata, che interessa la colonna vertebrale.

Colpisce la zona più alta della schiena.

(Sottolineiamo che è normale la presenza di una leggera curvatura lungo la colonna, ma  nel caso di ipercifosi è notevolmente più accentuata).

Quali sono i sintomi?

Dolore nella zona interessata, tensione muscolare, debolezza, affaticamento, rigidità …

Visivamente è presente una curvatura più o meno accentuata in base alla gravità.

Quali sono gli altri effetti?

Normalmente gli effetti, sintomi riguardano solo la zona in questione e i muscoli ma in alcuni casi, i più gravi, tali effetti possono risultare invalidanti. Difficoltà nella respirazione, difficoltà dell’apparato digerente, dell’apparato cardiocircolatorio ..

Chi colpisce di più?

Normalmente gli adolescenti, senza distinzione di sesso.

Cosa accade al nostro corpo?

Nella parte interna della schiena le vertebre diventano sempre più schiacciate tra loro. Nelle persone anziane possono verificarsi piccole fratture che portano a una cuneizzazione delle vertebre cioè forma a cuneo.

Quali sono le cause?

può essere dovuta a malformazioni genetiche, patologie come tumori lesioni difetti posturali osteoporosi

Il parere del fisioterapista
“È necessario intervenire precocemente dopo la diagnosi. La fisioterapia deve prevedere un riassetto di tutta la colonna. Nello specifico parliamo di fisioterapia posturale specializzata effettuata con un fisioterapista specializzato. “

 

Fisioterapia Ipercifosi

 

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“Quando il mal di schiena colpisce i più piccoli”

Contrattura del Trapezio e portare la borsa su una spalla 1

Portare la borsa su una spalla può causare la contrattura del trapezio?

Sono stati svolti molti studi per rispondere a questa domanda, tutti hanno portato alla medesima risposta affermativa.

Andiamo più nello specifico . .

Cos’è il trapezio?

E’ un muscolo che si trova tra il collo e le clavicole.

Ha moltissime funzioni, permette i movimenti del collo e quelli delle clavicole, ha un ruolo fondamentale per la postura della colonna vertebrale quando siamo in piedi.

E’ comune avere delle contratture che lo interessano.

Cos’è una contrattura?

E’ una lesione del muscolo, quando viene sollecitato nel modo sbagliato.

E’ considerata una lesione non grave.

Può accadere quando pratichiamo dell’attività sportiva senza aver riscaldato opportunamente il muscolo, quando stiamo nella stessa posizione per troppo tempo (ad esempio davanti al pc per lo smartworking) o quando sovraccarichiamo la muscolatura con troppo peso.

Cosa accade nel nostro caso?

Portando la borsa solo una spalla, si crea una situazione di squilibrio che comporta una postura scorretta.

Ciò comporta un sovraccarico del trapezio dal lato in cui è appoggiata la borsa, questo subisce un’attivazione muscolare superiore rispetto a quella valutabile dal lato senza peso.

Quali sono gli effetti?

Gli effetti possibili sono molteplici, quelli più comuni sono: dolore all’altezza del trapezio, rigidità muscolare, mal di collo (torcicollo), mal di testa, mal di schiena..

Anche visivamente possiamo osservare delle differenze, la spalla interessata, infatti, avendo il muscolo contratto, tenderà ad essere più alta rispetto a quella senza contrattura.

Come intervenire e prevenire?

L’intervento ottimale è quello di sostituire la borsa, che si può appoggiare solo da un lato, con uno zaino, che appoggia il proprio peso su entrambe le spalle, in modo da non creare squilibri. Nel caso in cui non fosse possibile consigliamo di non portare troppo peso all’interno della borsa, non portarla per troppo tempo e di cambiare la spalla di appoggio spesso, in modo da evitare squilibri.

Consigliamo delle terapie fisioterapiche specializzate, volte allo scioglimento della contrattura.

Intervento fisioterapico contrattura trapezio

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“Ernia del disco”

“Quando il mal di schiena colpisce i più piccoli”.

 

 

 

Ernia del disco

Ernia del Disco 1

L’ernia del disco è una patologia molto diffusa, è considerata una delle cause più comuni di mal di schiena.

Riguarda la colonna vertebrale, nello specifico il disco intervertebrale.
Il disco intervertebrale è quel cuscinetto tra una vertebra e l’altra, posto per ammortizzare gli urti e facilitare la mobilità.

Cosa avviene?

Il disco, che è composto esternamente da una parte rigida e internamente da una gelatinosa, inizia a perdere materiale gelatinoso a causa di una rottura della parte esterna.

Quali sono le cause dell’ernia del disco?

Le cause possono essere molteplici. La più diffusa è l’invecchiamento, quindi l’usura del disco, ma anche traumi sportivi, incidenti, predisposizione genetica e lavori pesanti.

Chi è più colpito?

In base agli ultimi studi, sono colpiti di più gli uomini rispetto alle donne, con un’età compresa tra i 30 e 50 anni.
Quali sono i sintomi ?
Dopo la rottura e la fuori uscita gelatinosa, i nervi intorno si infiammano, il disco si assottiglia e il soggetto colpito inizia a sentire del dolore localizzato.

I sintomi possono variare in base alla zona interessata, quelli più diffusi sono:

-Dolori dove si è verificata la rottura e fuori uscita, che può estendersi in altre zone,
-Formicolio, irrigidimento e stanchezza.
In alcuni casi può presentarsi senza sintomi.
La diagnosi.
Come primo passo consigliamo una visita specialistica da un ortopedico o un neurochirurgo.
Normalmente si procede con una tac o con una risonanza magnetica per osservare meglio lo stato della colonna.
Successivamente si individua la tipologia di intervento più adatta al caso.
Come intervenire?
Tendenzialmente l’approccio che si attua è quello di tipo conservativo, poco invasivo e volto a migliorare la qualità della vita del paziente, diminuendo il dolore e le altre sintomatologie. Vengono prescritti degli antidolorifici e antiinfiammatori, uniti a dei cicli di fisioterapia specializzata.
Generalmente il fisioterapista affiancherà delle pratiche manuali a pratiche strumentali.

Per questa tipologia di problematiche la fisioterapia è considerata lo strumento migliore d’intervento.

In alcuni casi, i più gravi, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

Ernia del disco

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Trattamento scoliosi

La Scoliosi 1

La Scoliosi è un’anomalia della colonna vertebrale, nello specifico si tratta di una curvatura.

Chi colpisce?

Può colpire chiunque a prescindere dal sesso, generalmente tende ad aggravarsi di più nelle donne, soprattutto nell’età dello sviluppo.

Quali sono le cause?

In base alla causa distinguiamo le tipologie di scoliosi. Generalmente sono sconosciute, da ciò deriva il termine “idiopatica”, con causa ignota. La scoliosi idiopatica è la tipologia di scoliosi più diffusa. Negli altri casi le cause possono essere genetica, ereditarietà, disturbi neuromuscolari e malattie genetiche.

Quali sono i sintomi?

Il dolore alla schiena è presente generalmente solo nei casi più gravi e può essere accompagnato con difficoltà nella respirazione, nel camminare e nello stare seduti. Nei casi meno gravi il soggetto presenta spalle e scapole ad altezze diverse, postura non simmetrica, la colonna vertebrale non dritta ma con curvatura o con più curvature.

Come prevenire?

Non c’è un’attività fisica che previene la scoliosi, ma delle buone abitudini e della ginnastica posturale mirata, per irrobustire la muscolatura, possono aiutare nella prevenzione. Nel caso in cui la scoliosi fosse già presente, vi consigliamo, con l’ausilio di un fisioterapista, di praticare esercizi specifici per la scoliosi. Prestate attenzione al modo nel quale state seduti alla scrivania o al modo nel quale dormite, spesso anche delle brutte abitudini, ripetute nel tempo, possono peggiorare la situazione.

Come curare?

Dipende dalla gravità della deformazione, che si misura in base ai gradi di misurazione della curvatura scoliotica. Ovviamente è importante intervenire il prima possibile.

-Nei casi più lievi 15-20% Cobb: rimodulando le vostre abitudini e iniziando un percorso specifico di terapie fisioterapiche.

-Nei casi gravi 20-35% Cobb: l’applicazione del busto per scoliosi, sono in grado di arrestare il processo di avanzamento dell’alterazione.

-Nei casi più gravi 35-40% Cobb: sarà necessario un intervento chirurgico.

 

 

Come misurare i gradi della curvatura scoliotica?

Affidatevi ad un professionista, online presentano dei modi di misurazione casalinghi, ma è meglio, per avere informazioni attendibili affidarsi ad uno specialista.

 

 

Trattamento Fisioterapico

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“Quando il mal di schiena colpisce i più piccoli”.

 

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Parkinson e ginnastica

Parkinson e Ginnastica 1

Numerosi studi effettuati su campioni importanti di pazienti affetti dal Morbo di Parkinson hanno dimostrato la grande efficacia dell’esercizio fisico nel contrastare gli effetti della malattia, i miglioramenti sono possibili e duraturi e la qualità della vita ne risente in maniera significativa.

Per questi motivi le linee guida del trattamento al morbo di Parkinson devono sempre contenere l’indicazione a praticare esercizio fisico più volte a settimana.

 

Quale tipo di esercizio?

Per capire quale è l’attività indicata per queste persone cerchiamo di capire cosa succede all’apparato muscolare in conseguenza della malattia di Parkinson.

L’apparato muscolare svolge le sue funzioni, nel caso specifico, semplificando, muovere il nostro corpo, attraverso comandi nervosi che vengono elaborati dal cervello nelle sue diverse aree motorie appartenenti al Sistema Extra Piramidale sulla base di informazioni sensitive e alla fine il risultato di questo complicato processo  giunge alla placca neuromotoria ovvero al muscolo.

La comunicazione fra le cellule nervose avviene attraverso segnali di tipo elettrico e segnali di tipo chimico che utilizzano dei neurotrasmettitori.

Nel Morbo di Parkinson classico, (esistono anche molti “Parkinsonismi”) quello che viene a mancare è il neurotrasmettitore prodotto dai neuroni di una piccola area del cervello chiamata Substanzia Nigra: la Dopamina.

I medicinali attualmente in commercio con vari nomi, sono principalmente a base di L-Dopa, che superata la barriera emato-encefalica viene elaborata e trasformata in Dopamina.

Questo farmaco, purtroppo, non riesce ad arrestare la malattia, che è degenerativa, cioè tende a peggiorare con il tempo e non può essere dato in quantità eccessiva per svariati effetti collaterali.

Cosa provoca nell’apparato muscolare la mancanza di questo neurotrasmettitore?

Rigidità, non come nelle conseguenze dell’ictus, nel Parkinson si parla di rigidità tipo “Troclea dentata” cioè il muscolo cede a piccoli scatti.

Tremore soprattutto intenzionale, che può anche non essere presente, viene chiamata così la difficoltà ad iniziare l’azione.

Atteggiamento campocormico parola difficile che descrive la postura nel Parkinson ovvero flesso in avanti con “il corpo che insegue il suo baricentro”.

Instabilità ovvero la sensazione di avere poco equilibrio.

Sensazione generale di “rallentamento” .

Anche a un non addetto ai lavori sarà chiaro che un quadro di questo tipo porterà presto ad una generale insicurezza  che condurrà, se non trattata, alla paura di uscire, alla paura di cadere e ad un generale decadimento della qualità della vita.

L’associazione terapia farmacologica più ginnastica è quella che ha dimostrato di condurre ai migliori risultati, quindi tornando alla domanda iniziale quale ginnastica?

Un insieme ben calibrato di esercizi di: rinforzo muscolare, stretching, miglioramento del balance (equilibrio), tai chi chuan.

Dpobbiamo iniziare dalla valutazione del singolo paziente: questo tipo di training viene costruito “su misura” il paziente anziano e ancora di più con il Morbo di Parkinson non può sopportare un carico di esercizi che possano provocare un affaticamento eccessivo, ma d’altro canto, il tempo è il nostro nemico, la malattia è degenerativa, non possiamo sprecarne.

Per questo dovremo valutare, sintetizzando:

-età,

-stato di salute generale, presenza concomitante di altre patologie da considerare,

-possibilità attuali,

-potenzialità di recupero di abilità perse per inattività,

-aspettative del paziente

Sulla base di queste informazioni sarà costruito un progetto riabilitativo che il paziente dovrà eseguire in parte con il terapista ed in parte autonomamente.

Cosa può legittimamente aspettarsi un persona che intenda iniziare un programma di questo tipo?

Dipende da molti fattori, non ultimo lo stadio di avanzamento della malattia, ma, il miglioramento è certo.

Migliore elasticità muscolare, maggiore forza, migliore equilibrio, migliore postura, miglioramento di dolori alla colonna vertebrale, miglioramento del rischio di cadute, miglioramento del tono dell’umore, miglioramento della qualità della vita.

 

Per chi volesse approfondire un interessante studio è quello pubblicato su New England Journal of Medicine in data 9 febbraio 2012 dal titolo Tai Chi and Postural Stability in Patiens with Parkinson’s  Disease.

 

Parkinson e ginnastica

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