Fisioterapia Domiciliare a Roma

Fisioterapia nella Cura delle Fratture e Ritardi di Consolidamento Causati dall’Infiammazione Cronica

Il ritardo nel consolidamento di fratture e la cicatrizzazione di ferite, soprattutto nella popolazione anziana, sempre molto più frequentemente viene attribuita all’infiammazione cronica.

Di cosa si tratta?

L’ infiammazione cronica non è una malattia curabile in modo semplice.

E’ un insieme di situazioni che lavorano in modo subdolo, sotto sotto, verrebbe da dire.

Ha alcuni aspetti in comune con l’infiammazione acuta che si può sperimentare nel caso di un trauma, di una malattia virale, di un’infezione batterica.

La parte si gonfia, brucia, fa male.

Questo tipo di infiammazione è la difesa del nostro organismo, senza entrare eccessivamente nei dettagli, il corpo mette in atto una serie di provvedimenti destinati a sconfiggere “l’invasore”, o a curare e rimarginare l’eventuale ferita.

Quello che capita, quando il sistema non funziona bene, è che questi processi di guarigione/difesa non vanno a buon fine e l’infiammazione comincia a cronicizzare, cioè il meccanismo non si arresta.

Questa situazione può coinvolgere tutto l’organismo e può danneggiare molti organi.

Molti studiosi ritengono che la causa possa essere lo stile di vita occidentale, eccessivamente ricco di carboidrati e zuccheri, di carne e latticini, quindi forse sarebbe meglio dire, semplicemente, troppo ricco.

Ma in realtà sono coinvolti molti altri fattori: familiarità, fattori ambientali, ad esempio lo stress che in persone predisposte può funzionare come una miccia.

I sintomi di questa infiammazione, nascosta e persistente, si possono vedere con l’aumento delle placche di colesterolo, la steatosi epatica (fegato grasso), l’ovaio policistico, l’aumento di incidenza di ictus e infarti, malattie oncologiche e ritardo nella guarigione di fratture e ferite.

E’ difficile comprendere i meccanismi che scatenano queste situazioni, ma appare sempre più chiaro che la resistenza insulinica sia una importante causa e allo stesso tempo conseguenza.

Fattori alimentari, fattori genetici ovvero predisposizione, fattori ambientali.

Cosa fare?

I nostri consigli si limitano ai casi di ritardo nel consolidamento di fratture.

Non mangiate eccessivamente latticini nella convinzione che aiutino per l’apporto di calcio.

Evitate zuccheri semplici e eccesso di carboidrati.

Cercate di adottare una dieta disintossicante a base di tanta verdura.

La vitamina D può aiutare.

Adottate uno stile di vita più sano che comprenda movimento all’aria aperta.

Ma soprattutto andate da uno specialista in fisioterapia che sappia valutare la situazione nel suo complesso.

Speriamo di esservi stati utili con i nostri consigli.

 

 

 

Tendinite del Ginocchio

La Tendinite può colpire uno o più tendini muscolari del ginocchio, facenti parte della loggia posteriore della coscia, ovvero l’insieme dei muscoli posteriori della coscia deputati a piegare il ginocchio: gli ischio crurali.

   Le Cause

 

I muscoli di questa parte del corpo sono particolarmente soggetti a stiramento e a sviluppare conseguentemente a tendiniti a causa della loro natura e della loro funzione.

Questi muscoli hanno una forte prevalenza tendinea e inserendosi sulla parte posteriore del bacino intervengono per garantire la postura eretta.

Vanno facilmente soggetti a contrattura a causa dei piccoli traumi in allungamento cui sono sottoposti.

La tendinite può colpire giovani che si sottopongono ad attività sportiva senza adeguato allenamento, sforzi eccessivi e persone anziane nelle quali può essere conseguenza di rigidità dovuta alla perdita di elasticità dei muscoli e tendini.

I Sintomi

 

 

In primo luogo dolore nella parte posteriore del ginocchio soprattutto quando si cammina o quando si allunga o si tenta di piegarlo che può irradiarsi fino al bacino.

Gonfiore nel cavo popliteo (dietro al ginocchio)

Impotenza funzionale: difficoltà a muovere il ginocchio.

 

La Diagnosi

 

La diagnosi dovrà essere effettuata da uno specialista in quanto il ginocchio potrebbe manifestare gli stessi sintomi anche in conseguenza di altre patologie: lesioni al menisco, artrosi ecc.

Il medico potrà richiedere una ecografia o una risonanza magnetica per  la diagnosi.

Il Trattamento       

           

 

In fase acuta è sempre consigliabile ghiaccio e riposo.

Potrà essere effettuato massaggio decontratturante direttamente sul muscolo e sul polpaccio.

Stretching mirato ovvero effettuato passivamente per restituire al muscolo la lunghezza e evitare l’eccessiva trazione sul tendine.

Il medico potrà consigliare antinfiammatori.

La guarigione potrà essere aiutata da trattamenti con ultrasuono terapia.

Nei casi più seri che tardano a migliorare potranno essere indicate infiltrazioni con cortisonici dallo specialista.

La tendinite può cronicizzare, adottare abitudini che aiutino a limitare le riacutizzazioni può essere molto importante.

La Sciatica: di Cosa Parliamo?

Il termine Sciatica è molto usato per descrivere quello che in realtà dovrebbe essere chiamato lombalgia.
Sciatica è riferito al dolore provocato dal nervo sciatico.
Il nervo sciatico fuoriesce sotto forma di radici a livello delle vertebre lombari.
E’ il nervo più lungo e più grande del corpo e nel suo percorso attraversa in profondità i glutei e la parte posteriore della coscia.

 

I sintomi

 

Possono essere molto variabili:

  • dolore che può avere caratteristiche di grande intensità,
  • parestesie, sensazione di intorpidimento e di formicolio

 

 

 

 

 

 

Le Cause

 

Il dolore lombare che si irradia alla coscia può essere causato da diversi fattori anche se nella maggior parte dei casi è provocato da una protrusione del disco vertebrale. che va a comprimere le radici del nervo.

Il medico specialista potrà valutare di effettuare ulteriori esami, come radiografie o risonanza magnetica.

Fattori di rischio predisponenti possono essere individuati nel sovrappeso, gravidanza per il carico aggiuntivo e le modificazioni che la colonna deve sopportare, sollevamento di pesi, sedentarietà.

 

La Prevenzione

 

Attacchi di sciatica possono essere prevenuti ed anche il rischio di recidive può essere ridotto.

Corretto stile di vita: movimento, controllo del peso, miglioramento della postura, attenzione nel sollevare pesi anche di piccola entità da terra.

Fisioterapia eseguita da un professionista, posturale personalizzata potranno evitare recidive e peggioramenti.

 

 

 

Scoliosi 6 Domande al Riguardo

1 Cos’è

La Scoliosi è una delle principali patologie della colonna vertebrale.
Si tratta di curve anormali,  la schiena prende una forma, vista da dietro,  di “S”.
C’è una prima curva, principale ed una di compenso.

2 Perchè si crea?

 

L’80% delle scoliosi sono idiopatiche, cioè di natura ignota.

Viene colpito il genere femminile otto volte di più.

Fra le cause conosciute ci sono:

  • fratture vertebrali,
  • disturbi nervosi o muscolari,
  • malattie che limitino il normale sviluppo delle ossa, delle articolazioni e dei legamenti,
  • malattie congenite, comprese malformazioni vertebrali,
  • artrosi o osteoporosi che possono provocare usura e deformazione delle articolazioni,
  • tumori ossei
  • malattie genetiche.

 

3 A che età si può manifestare?

 

  • Le scoliosi conseguenti malattie degenerative come l’artrosi sono tipiche della terza e quarta età.
  • Le  scoliosi congenite possono essere presenti alla nascità o manifestarsi nei primi anni di vita per l’impossibilità delle vertebre di svilupparsi correttemente.
  • Le scoliosi idiopatiche si manifestano prevalentemente fra gli 11 e i 18 anni con picco massimo fra gli 11 e i 15.

4 Quali disturbi può provocare?

 

 

Le scoliosi più lievi , le più diffuse, non provocano disturbi.

Se non peggiorano con il tempo escuso un leggero dislivello delle spalle non causano dolore o altri problemi.

Le scoliosi più gravi, non trattate, possono causare dolore, che può anche assumere caratteristiche di dolore cronico con deformità delle vertebre e delle costole, problemi polmonari, cardiaci, ansia.

Sono anche frequenti problemi come parestesie o perdita di forza ad una parte del corpo per schiacciamento di terminazioni nervose.

 

 

5 Come avviene la diagnosi?

 

 

Il medico curante indirizzerà ad uno specialista ortopedico.

La visita può comprendere diversi test, come il test di flessione in avanti per valutare la comparsa del cosiddetto gibbo.

Verrà compiuta una anamnesi personale e familiare per considerare eventi traumatici o malattie che potrebbero aver concorso al manifestarsi della scoliosi.

Indagini ulteriori potranno comprendere:

-radiografie con  calcolo dell’angolo di Cobb, ovvero calcolo dei gradi della curva principale. Superiore a 10 gradi si ha la diagnosi di scoliosi

-risonanza magnetica

-tac

 

 

6 Le cure

 

La cura più indicata dipende dalle cause e dall’età del soggetto.

Fisioterapia specializzata è indispensabile.

Il fisioterapista attraverso metodiche sperimentate aiuterà la colonna a trovare il suo equilibrio.

Fra i trattamenti conservativi potrà essere indicato un busto, ne esistono deiversi modelli secondo le indicazioni dello specialista e la fisioterapia specialistica per la terapia della scoliosi.

Nei casi più seri o che rispondano male ai trattamenti conservativi l’ortopedico potrà consigliare l’intervento chirurico che stabilizzerà le vertebre coinvolte.

 

 

 

 

 

 

Dolore alla Clavicola da Fratture e Cure Fisioterapiche

Frattura dell’estremo distale della clavicola destra è la tipica causa di dolore alla clavicola

Perchè la frattura provoca dolore alla Clavicola quali i  Rimedi ?

 

Il dolore alla Clavicola proviamo a spiegarne i motivi e le causa .

Intanto diciamo che la Clavicola  è un osso che si estende dalla spalla allo sterno il suo nome significa “Piccola Clava“.

A causa della posizione e della forma rientra fra le ossa con maggiori probabilità di frattura .

Una caduta sul braccio o sulla spalla facilmente può danneggiare questo osso.

Anche il parto rappresenta per il nascituro un evento a rischio per la frattura della clavicola.

Il trattamento dipenderà dalla gravità della lesione: qualora la frattura sia “composta” sarà sufficiente un tutore che avvolga il torace e il braccio.

Quando invece i due capi della frattura si fossero separati sarà necessario un intervento chirurgico con l’utilizzo di placche e viti che mantengano i due capi ossei uniti e fermi.

Una lesione tipica della clavicola prende il nome di  Sindrome dello stretto toracico.

Quando la clavicola si sposta dalla sua posizione normale può premere sui vasi e i passaggi nervosi che si trovano al di sotto e comprimerli contro la prima costa.

Le potenziali cause della sindrome dello stretto toracico possono essere:

  • sforzi eccessivi
  • problemi posturali
  • obesità

Sintomi quali debolezza del braccio, dolore del braccio, della clavicola e della spalla devono far sospettare questa sindrome.

Il trattamento fisioterapico si concentrerà sul riequilibrio della spalla, rafforzando i muscoli.

Ulteriore causa di dolore alla clavicola potrebbe essere una lesione dell’articolazione acromio claveare.

L’articolazione acromion-claveare si trova esattamente al di sopra dell’omero.

Le due ossa clavicola e scapola creando questa articolazione formano una sorta di tunnel nel quale scorre il muscolo sovraspinoso.

Una lesione a questa articolazione può avvenire in seguito ad una caduta.

I sintomi sono: dolore, gonfiore, mancanza di forza alla spalla e al braccio.

La cura consisterà nel mettere a riposo spalla e braccio attraverso una fasciatura o un tutore, impacchi di ghiaccio, intervento chirurgico nei casi più gravi.

La clavicola può essere anche soggetta ad artrosi, la zona più soggetta è l’articolazione acronion claveare, dove si congiunge alla scapola.

Il dolore e la rigidità in questa zona della spalla sono molto conosciuti in quanto colpiscono una grossa fetta della popolazione.

L’artrosi dell’articolazione acromion claveare possono creare degli osteofiti che possono restringere il passaggio del muscolo sovraspinoso causando ulteriori problemi.

Dolore, rigidità e mancanza di forza sono i sintomi.

dolore alla clavicola causato da frattura
La frattura dell’estremo distale della clavicola destra è una delle cause del dolore alla clavicola causato da frattura

 

Recupero completo della Clavicola Fratturata

La maggior parte delle persone può aspettarsi un completo recupero da una clavicola fratturata , le altre cause di dolore andranno valutate volta per volta.

Consultare un medico se la causa del dolore alla clavicola non è chiara.

 

 

 

Spalla Schiacciamento del Nervo Cure Appropriate

Premessa

Lo schiacciamento del nervo della spalla è statisticamente una fra le patologia maggiormente riscontrate, legata agli stili di vita ed alle posture a cui sottoponiamo la nostra struttura nervo-spinale.

Le cause che possono provocare lo schiacciamento del nervo della spalla possono essere dipendenti dalla compromissione delle strutture adiacenti  (ossa, muscoli, disco intervertebrale) a causa di fratture, artrosi, protrusioni o contratture.  Un caso molto frequente è quello legato alla contrattura che esercitando una pressione lungo il percorso  determina la sofferenza  del nervo. Considerato che la colonna vertebrale è composta di 24  vertebre separate dai dischi vertebrali che fungono da cuscinetti ed è divisa in tre zone differenti per zona del corpo, la stessa forma delle vertebre ovvero :

  • Regione cervicale : costituita da 7 vertebre
  • Regione toracica : composta da 12 vertebre
  • Regione lombare : costituita dalle ultime 5 vertebre

Per inciso un nervo schiacciato nella spalla colpisce specificamente il tratto cervicale,  alcune cause comuni di un nervo schiacciato nella spalla includono:

  • Degenerazione del disco : i dischi vertebrali sono fra le strutture del corpo più soggette ad invecchiamento. Con il passare del tempo si assottigliano e le vertebre adiacenti possono sviluppare artrosi con formazione di osteofiti cioè piccole sporgenze ossee che  comprimono i nervi che fuoriescono fra vertebra e vertebra.
  • Disco erniato : un disco lesionato e schiacciato può sporgere  e comprimere i nervi dove escono dalla colonna vertebrale.
  • Lesione acuta : il sollevamento repentino di un peso eccessivo, un incidente potrebbero causare una lesione muscolare o un’ernia del disco.

I sintomi

I sintomi classici derivanti dallo schiacciamento del nervo della spalla  sono:

  • Parestesie nell’area di innervazione
  • Debolezza del braccio
  • Alterata sensibilità del braccio e della mano
  • Dolore

La diagnosi

La visita specialistica è il primo passo: il paziente verrà sottoposto a diversi tipi di test differenziali che permetteranno di capire l’origine dei sintomi.

Potrebbe richiedere anche ulteriori approfondimenti, come

  • Radiografie
  • Risonanza Magnetica
  • Ecografia
  • Elettromiografia

Il male alla spalla potrebbe essere anche conseguenza di

lesioni alla cuffia dei rotatori

artrosi della spalla

borsiti

fratture

Il trattamento

Il trattamento inizialmente prevede quando non sia presente una frattura o una lesione acuta, terapie fisioterapiche conservative che possono includere:

1. Fisioterapia Specializzata

2. Anti infiammatori

3. Terapia Laser

4. Ionoforesi

5. Ultrasuoni

6. Riposo

Conclusioni

  • I Sintomi  possono dipendere da molti motivi.
  • Quando sono molto forti o perdurano  da più di qualche giorno è molto importante sentire il parere del medico che può nel caso prescrivere cure fisioterapiche.

Lo specialista potrebbe anche consigliare nei casi più gravi anche un intervento chirurgico.

La fisioterapia specializzata ha appunto lo scopo di evitare quest’ultima ipotesi intervenendo per correggere i problemi posturali che possono aver causato il problema, aiutare a modificare lo stile di vita e di lavoro, ad esempio modificare la posizione del computer per evitare di sollecitare eccessivamente i muscoli del braccio e della spalla.

Stimolare l’afflusso sanguigno e ripristinare una buona mobilità della parte e Riequilibrare l’articolazione dal punto di vista muscolare.

 

 

 

Dolore al Ginocchio dopo L’intervento Chirurgico

Pazienti operati  riferiscono spesso di provare dolore al ginocchio dopo l’intervento chirurgico .

L’opinione degli addetti ai lavori è che il dolore dipenda frequentemente dal danno inevitabile, purtroppo, subito dalle minute terminazioni nervose in sede di intervento e tende purtroppo a cronicizzarsi se non si effettuano cure appropriate, è compito della fisioterapia alleviare il dolore del paziente affetto dalla patologia molto diffusa statisticamente soprattutto nei soggetti di sesso femminile.  Altri fattori di rischio sono legati all’età dei soggetti , si manifesta infatti soprattutto nei giovani ed in coloro che hanno subito chirurgia precedente.

Recenti studi infatti hanno permesso di capire, anche con l’aiuto di strumenti di diagnostica più sensibili che effettivamente il danno subito da questi piccoli filamenti nervosi è la causa del dolore “che persiste” dopo un intervento al ginocchio.

Cosa differenzia il dolore al ginocchio dopo l’intervento chirurgico che è normale aspettarsi  e il dolore che tende a diventare cronico?

In primo luogo la durata, se il dolore non scompare spontaneamente dopo qualche mese e se dopo un anno, un anno e mezzo ancora persiste , altri sintomi ci infiammazione cronica possono evidenziarsi nell’eventualità in cui appaiano gonfiori

Una diagnosi precisa è molto importante, in primo luogo per poter avviare terapie adatte al dolore neuropatico, in secondo luogo per escludere altre possibili cause.

 

Le cure

 

Il nervo periferico che causa dolore può essere trattato in varie maniere:

Fisioterapia

Tens

Ultrasuoni

Ionoforesi

Ed inoltre qualora queste metodiche non risolvano il problema potrà essere presa in considerazione la procedura  chirurgica, necessaria per liberare il nervo ove fosse intrappolato oppure in ultima ipotesi la recisione dello stesso.

Lesioni al Nervo Radiale

Il Nervo Radiale è uno dei principali nervi delle braccia.
La sua innervazione coinvolge il muscolo tricipite brachiale, estende le dita e il polso e controlla la sensibilità delle prime tre dita: pollice, indice e medio.

Una lesione a questo nervo comporterà debolezza, dolore, parestesie nella regione di innervazione.

Lungo il suo percorso dalla emersione negli spazi intervertebrali alla mano il nervo radiale “ruota” attorno all’omero, nella parte centrale del braccio, questo lo rende particolarmente suscettibile alle lesioni di tipo traumatico come le fratture dell’omero.

 

Classificazione

 

Si parla spesso di “stupor” del Nervo Radiale, cosa significa? Stupor dal latino significa insensibilità, ed è la reazione che il nervo può avere dopo un trauma, ma non rappresenta una diagnosi sull’effettivo danno, solamente una reazione.

Le vere lesioni nervolse possono essere classificate in:

 

La Neuroaprassia ,

si tratta di una lesione lieve, definita di primo grado, con paralisi e anestesia,  attraverso l’elettromiografia si evidenzia un blocco della conduzione ma le strutture nervose sono integre.

 

 

L’Assonotmesi

avviene quando l’assone e la mielina sono interrotti, ma le strutture circostanti (cellule di Schwann, perinervio ed epinervio) rimangono integre, viene definita lesione di secondo, terzo o quarto grado secondo l’entità del danno.

 

La Neurotmesi 

rappresenta la forma più grave di danno al nervo periferico, con interruzione totale di tutte le strutture.                  Viene classificata come lesione di quinto grado

 

I Sintomi

 

Dolore

Debolezza

Perdita della funzione di mano, dita e polso

 

Le cause

 

 

Le cause più comuni di lesioni al nervo radiale sono da trauma.

Fratture di omero, lesioni durante l’intervento chirurgico conseguente a frattura, lesioni dirette anche senza frattura come cadute, ferite da corpi contundenti o taglienti, pressione sul nervo sostenuta per molto tempo.

La Diagnosi

 

 

Il medico specialista effettuerà dei test per la diagnosi ed eventualmente potrà richedere ulteriori accertamenti  come elettromiografia, che valuterà  la velocità di conduzione nervosa e la sua eventuale interruzione, radiografie e risonanza magnetica.

 

Le cure

 

 

Il trattamento dipende dalla gravità della situazione.

Una lesione di primo grado, neuroaprassia, tenderà a migliorare da sola una volta rimossa la causa della sofferenza nervosa ma dato che spesso le cause risiedono in compressioni lungo il decorso del nervo potranno essere utili terapie fisioterapiche atte a liberare il nervo.

 

La paralisi temporanea del nervo radiale dopo un braccio rotto è molto frequente.

Se la lesione è di misura grave, il medico specialista potrebbe prendere in considerazione un intervento chirurgico.

Se i danni ai nervi sono troppo gravi si possono impiegare innesti o trasferimenti nervosi.

 

Conclusione

 

Lesioni al nervo radiale possono provocare paralisi,  dolore e una perdita di funzionalità nel braccio, nel polso, nelle mani e nelle dita.

La causa più frequente è un braccio rotto.

I medici possono consigliare conservativi, come il riposo e fisioterapia mirata, ma una persona può anche richiedere un intervento chirurgico.

 

 

Ictus Cure e Possibile Incidenza del Lockdown e Covid19

In questo particolare momento non possiamo non parlare di come il Lockdown dovuto al Covid19 possa essere considerato soprattutto nell’ambito della popolazione anziana ,grave fattore correlato all’Ictus.

La Fisioterapia in generale e la Fisioterapia Domiciliare in particolare può essere quindi di grande aiuto e rivestire un ruolo fondamentale nella cura e nella prevenzione di fattori di rischio  Pericolosissimi causati dal prolungato Lockdown dovuto al Covid19. In quest’ottica la nostra esperienza ci consente di aiutare quella fetta di popolazione che necessita di terapie fisioterapiche appropriate.

Gli Ictus sono attacchi cerebrali che si verificano quando l’apporto di sangue al cervello si blocca.

Di fatto è un’emergenza medica che richiede cure mediche immediate.

Statisticamente circa 800.000 persone hanno un ictus ogni anno, il che equivale a circa una persona ogni 40 secondi.

Durante un ictus, il cervello non riceve abbastanza ossigeno o sostanze nutritive, causando la morte delle cellule cerebrali; questo è il motivo per il quale è fondamentale che a diagnosi ed il trattamento avvengano il più rapidamente possibile n modo da ridurre al minimo il danno cerebrale. Il modo più efficace per prevenire gli ictus è attraverso il mantenimento di uno stile di vita sano e il trattamento delle condizioni sottostanti che potrebbero essere un fattore di rischio.

 

Trattamento

Poiché gli ictus ischemici ed emorragici hanno cause diverse, entrambi richiedono diverse forme di trattamento; la rapidità della diagnostica è importante non solo per ridurre il danno arrecato al cervello, ma anche perché un trattamento adatto per un tipo di ictus può essere dannoso quando si trattano tipi diversi.

 

Ictus ischemico

 

Gli ictus ischemici sono causati da ostruzione o restringimento delle arterie, pertanto il trattamento si concentra sul ripristino di un flusso adeguato di sangue al cervello.

Il trattamento inizia con farmaci che abbattono i coaguli e impediscono agli altri di formarsi. L’aspirina può essere somministrata, così come l’iniezione di attivatore del plasminogeno tissutale (TPA). La TPA è molto efficace nel dissolvere i coaguli ma deve essere iniettata entro 4,5 ore dall’inizio dei sintomi dell’ictus.

Le procedure di emergenza comprendono la somministrazione di TPA direttamente in un’arteria cerebrale o l’uso di un catetere per rimuovere fisicamente il coagulo. La ricerca è ancora in corso per quanto riguarda il beneficio di queste procedure.

Esistono altre procedure che possono essere eseguite per ridurre il rischio di ictus o TIA.

Un’endoarterectomia carotidea prevede un intervento chirurgico che apre l’arteria carotide e rimuove qualsiasi placca che potrebbe ostruirla.

In alternativa, un’angioplastica che prevede l’inserimento di un palloncino in un’arteria ristretta tramite catetere e quindi l’installazione di un tubo a rete chiamato stent nell’apertura, per impedire all’arteria di restringersi nuovamente.

 

Ictus emorragico

 

Gli ictus emorragici sono causati da perdite di sangue nel cervello, quindi il trattamento si concentra sul controllo dell’emorragia e sulla riduzione della pressione sul cervello.

Il trattamento può iniziare con farmaci somministrati per ridurre la pressione nel cervello, controllare la pressione sanguigna generale, prevenire le convulsioni e prevenire l’improvvise costrizioni dei vasi sanguigni.

Se un individuo sta assumendo anticoagulanti che fluidificano il sangue o un farmaco antiaggregante , possono essere somministrati dei farmaci per contrastare gli effetti del farmaco o delle trasfusioni di sangue per compensare la perdita di sangue.

La chirurgia può essere utilizzata per riparare qualsiasi problema con i vasi sanguigni che hanno condotto o potrebbe portare a ictus emorragici. I chirurghi possono posizionare piccoli morsetti alla base di aneurismi per fermare il flusso di sangue e prevenire la rottura.

Se l’emorragia è causata da malformazioni artero-venose (AVM), la chirurgia può essere utilizzata anche per rimuoverli se non sono troppo grandi e non troppo profondi nel cervello.

Gli AVM sono connessioni intricate tra le arterie e le vene che sono più deboli e scoppiano più facilmente rispetto ad altri vasi sanguigni normali.

Gli ictus sono eventi che cambiano la vita che possono influenzare una persona sia fisicamente che emotivamente.

Dopo un ictus, il recupero di successo comporta spesso terapie e supporto specifici:

 

Fisioterapia: la riabilitazione specialistica è fondamentale nell’aiutare una persona a imparare di nuovo il movimento e la coordinazione.

 

Logopedia: aiuta a risolvere problemi di produzione o comprensione della parola.

 

Terapia occupazionale: viene utilizzata per aiutare una persona a migliorare la propria capacità di svolgere attività quotidiane di routine, come fare il bagno, cucinare, vestirsi, mangiare, leggere e scrivere.

 

Supporto da parte di amici e familiari: le persone più vicine a una persona dovrebbero offrire supporto pratico e comfort dopo un ictus.

Permettere agli amici e alla famiglia di sapere cosa si può fare per aiutare è molto importante.

 

La riabilitazione è una parte importante e continua del trattamento.

Con la giusta assistenza e il supporto dei propri cari, è possibile riacquistare una qualità di vita soddisfacente.

 

La fibromialgia: una vera malattia

Tipici della Fibromialgia sono il dolore diffuso nei tessuti muscolari e fibrosi profondi, parestesie, affaticamento, mancanza di forza, rigidità, disturbi del sonno, Per tutto questo ne fà una malattia malattia gravemente debilitante.

La Fibromialgia per molto tempo è stata diagnosticata  principalmente in base a valutazioni soggettive del dolore del paziente, il disturbo è stato ritenuto psicosomatico e spesso attribuito all’immaginazione.

Il genere femminile è colpito in misura più che doppia rispetto al maschile dalla sindrome fibromialgica.

Ma da qualche anno questa malattia tanto subdola è stata compresa meglio anche grazie a nuove conoscenze che hanno permesso di comprenderne meglio i fattori scatenanti.

I Sintomi Della Fibromialgia

I sintomi che la caratterizzano hanno la loro origine in patologie anche molto differenti ed i mezzi diagnostici ora a nostra disposizione possono aiutarci a capire meglio.

Abbiamo detto che la fibromialgia è caratterizzata principalmente da rigidità muscolare, dolore, debolezza, affaticamento, parestesie, disturbi del sonno.

Possono essere presenti reflusso gastroesofageo, tachicardia, aritmia.

Il medico specialista va informato di tutti questi sintomi perchè possono essere importanti per la diagnosi differenziale ovvero individuare la vera causa di questo tipo di fibromialgia.

Ricordiamo che la fibromialgia può essere il sintomo e la conseguenza di molte malattie.

Le cause

La fibromialgia può essere conseguenza di una malattia reumatica o di una malattia infettiva, il reumatologo consiglierà delle analisi specifiche per l’individuazione dei fattori reumatici.

Fibromialgia per alterazioni al sistema nervoso vegetativo simpatico-parasimpatico,stress psicologico, nel quale il nostro sistema nervoso entra in modalità “attacco o fuga”, ovvero una specialità del sistema nervoso simpatico e non riesce ad uscirne completamente.

In pratica è una sindrome da stress cronico, le situazioni stressanti dovrebbero avere una durata limitata nel tempo, quando perdurano a lungo lo stato di tensione nel nostro corpo può produrre vari tipi di danni.

Può essere originata da alterazioni ormonali.

Da eccessivo uso muscolare per pratiche sportive estenuanti o carico di lavoro.

Recentemente uno studio pubblicato su PubMed, ha evidenziato che alcune persone posseggono un anomalo eccesso di terminazioni nervose sensitive che in risposta anche stimoli di lieve entità possono dare risposte dolorose.

Le cure

Come appare evidente non esiste una sola cura per la fibromialgia, bisognerà intervenire su diversi fronti.

Potrà essere necessario il consulto con un reumatologo, qualora le cause siano di tipo reumatologico, di un neurologo che aiuti a ripristinare  l’alternanza simpatico/parasimpatico.

Di un fisioterapista per la conservazione di un buono stato muscolare attraverso stretching e trattamenti specifici manuali o che prevedano l’utilizzo di macchinari.

Una integrazione a base di sali minerali, potassio e magnesio è spesso consigliata.

 

 

×